Vinarius Academy: reportage illustrato San Gimignano 2024
Vinarius arriva a San Gimignano
Da domenica 22 a martedì 24 Settembre la Vinarius Academy ha iniziato il suo tour autunnale con uno stage che fin da subito ha suscitato l’entusiasmo e la curiosità delle enoteche associate, anche perché era la prima volta che, come associazione, visitavamo la Denominazione di San Gimignano.
Sono stati 10 gli enotecari professionisti partecipanti, provenienti dalle loro realtà in Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia, accolti dal Consorzio di Tutela per tre giorni di formazione tutti dedicati alla Vernaccia di San Gimignano.
Un vino medievale in una città turrita
La storia e le sorti del vino che oggi conosciamo con il nome di Vernaccia di San Gimignano DOCG sono state per secoli, e sono ancora oggi, indissolubilmente legate a quelle della cittadina da cui prende il nome e i confini. Per questo, ancora prima che il primo assaggio di Vernaccia venisse versato nei nostri calici, abbiamo iniziato questo viaggio formativo con una visita guidata alla città.
Durante il Medioevo, San Gimignano, piccolo insediamento collinare, conobbe un grande e fortunato periodo di sviluppo e benessere: la cittadina infatti si trovava nell’itinerario della via Francigena che la attraversa ancora oggi da Porta San Matteo a Porta San Giovanni. Fondata dai Longobardi, la via Francigena diventa un’importante via di comunicazione, oltre che di pellegrinaggio, portando in città un andirivieni continuo di viandanti e avviando un commercio su scala internazionale, nonostante l’epoca. I due prodotti più tipici del luogo erano il vino, naturalmente, e lo zafferano (usato nel Medioevo come tintura, oltre che in cucina).
Grazie alle continue contaminazioni, per i contatti commerciali, ritroviamo nell’architettura di San Gimignano numerosi stili di Paesi lontani, come porte e finestre dalle forme arabeggianti.
Oggi la caratteristica più conosciuta e tipica di San Gimignano sono senza dubbio le sue torri. Al massimo dell’espansione della città pare che ce ne fossero una quarantina, mentre oggi sono 14, costruite tra la fine dell’XI secolo fino a metà del 1200. Durante quest’epoca, la Vernaccia di San Gimignano era già conosciuta. La sua fama era quella di un vino caro e raro.
A partire dal Trecento e per tutto il Rinascimento, conquistò l’Europa. La ritroviamo infatti sulle mense di ricchi mercanti e dei potenti dell’epoca quali Lorenzo de’ Medici, Ludovico il Moro, Papa Paolo III Farnese, Cosimo I. Letterati e artisti la celebrano per secoli nelle loro opere. Viene citata da Dante nella Commedia, da Boccaccio nel Decamerone, e da Chaucer nei Racconti di Canterbury.
Nel 1400 il Comune aveva già degli “assaggiatori” ufficiali (una sorta di sommelier ante litteram) che sceglievano i vini da inviare alle corti dei signori, come quella dei Medici.
Il Settecento è il secolo del declino. Il consumo di vino va incontro ad un cambiamento del gusto che non vede più il primato dei vini bianchi come durante il Medioevo e il Rinascimento, mentre la diffusione un po’ in tutta Europa delle nuove bevande esotiche come tè, caffè, o cioccolata crea nuove abitudini e tendenze. La Vernaccia però non sparisce, come faranno tanti altri autoctoni, salvandosi diventando un vitigno da taglio per il Chianti.
La riscoperta di un vino antico
La Vernaccia di San Gimignano verrà riscoperta solo nel Novecento e nel maggio 1966 è il primo vino italiano a essere iscritto in Gazzetta Ufficiale come DOC, per poi diventare DOCG nel 1993.
Oggi è tornata ad essere, insieme alla città, un riferimento internazionale. San Gimignano può contare oggi su 2 milioni di visitatori l’anno, molti dei quali si dedicano all’enoturismo.
Vernaccia di San Gimignano Wine Experience
Tutte queste nozioni sulla storia della Vernaccia, oltre che nella passeggiata guidata nel centro di San Gimignano, ci sono state raccontate durante la visita alla Rocca, dove ha sede la Vernaccia di San Gimignano Wine Experience. Si tratta di un museo esperienziale dove il Consorzio di Tutela accoglie i visitatori, sia operatori che wine lovers. Una vetrina permanente dove è possibile approfondire la storia del vino e assaggiarne le etichette in degustazioni, seminari ed eventi.
Presso la Rocca ci siamo dedicati alla degustazione alla cieca di 32 campioni di Vernaccia di San Gimignano, per approfondire tipologie, sfumature, potenzialità e qualità, il che ci ha fatto apprezzare e comprendere soprattutto la grande versatilità di questo vino bianco, che può essere declinato in modi anche molto diversi a seconda degli obiettivi e stili dei singoli produttori.
I campioni degustati andavano dal 2023 al 2020, offrendoci un primo sguardo sulla potenziale longevità della Vernaccia, aspetto che abbiamo approfondito meglio in seguito durante le visite in cantina. Una decina di campioni erano di Vernaccia di San Gimignano Riserva, per la quale è previsto un periodo di affinamento non inferiore a 11 mesi in cantina di cui almeno 3 mesi in bottiglia prima dell’immissione al consumo. La tipologia Riserva era già presente nel disciplinare di produzione della DOC, a testimonianza di come da molti anni ormai ci sia consapevolezza del potenziale di invecchiamento della Vernaccia.
Visite alle cantine produttrici di Vernaccia di San Gimignano
Le visite in cantina, per parlare in prima persona con i produttori, conoscere le loro realtà e filosofie, sono quasi sempre essenziali per comprendere un territorio vitivinicolo, a maggior ragione quando il vino in questione può essere declinato in modalità così diverse tra loro come la Vernaccia di San Gimignano.
Ringraziamo quindi il Consorzio di Tutela per aver organizzato questo piccolo tour tra i produttori, e a loro per l’accoglienza calorosa, che ha sempre previsto un assaggio “territoriale” che andava ben oltre il vino.
Ci hanno aperto porte, bottiglie e imbandito le tavole:
Signano
Pietro Biagini lavora con evidente passione nell’azienda a conduzione familiare, accanto ai genitori, alla sorella e alle piccole generazioni che vengono avanti. Si tratta di una piccola realtà con una produzione di 30-35 mila bottiglie. Entrare nel loro agriturismo Il Casolare di Bucciano, in un borgo rurale del 1600, è stato un po’ come entrare nella casa di famiglia e sederci a condividere i piatti più tipici di San Gimignano (come il coniglio alla Vernaccia): un’accoglienza perfetta per la nostra prima serata.
Grandi ambasciatori della Vernaccia, si sono divertiti con noi nell’assaggiare vecchie annate e scoprire gli abbinamenti migliori: siamo arrivati fino al 2002!
Fattoria di Fugnano
L’azienda conta 24 ettari vitati, dei quali 5 a Vernaccia, ed è anche un agriturismo. Laura, siciliana trapiantata a San Gimignano per seguire le orme del nonno, ci ha tenuto a valorizzare anche la sua terra di origine servendo, tra gli altri ottimi piatti che abbiamo gustato in abbinamento (come non menzionare il gorgonzola di Caseificio Nuovo!), anche un meraviglioso pesce spada. Grazie a due piccole verticali, delle linee da Fugnano e Donna Gina, sempre in abbinamento a vari assaggi, abbiamo compreso meglio sia il potenziale di longevità che quello gastronomico.
Fattoria La Torre
Dagli anni ’40 proprietà della famiglia Angelini, l’azienda prende il nome da un’antica torre medievale, costruita nei pressi del borgo rurale che è il cuore dell’azienda. Si tratta di una grande tenuta, circa 400 ettari su corpo unico, molti dei quali adibiti a bosco, e 40 a vigneto. Purtroppo non abbiamo potuto visitare in prima persona le vigne, che vanno dai 300 ai 580 metri (siamo in uno dei punti più alti della Denominazione) a causa della pioggia incessante, ma questo non ci ha certo impedito di assaggiare i vini, guidati dall’export manager Matteo.
Poderi Arcangelo
Una tenuta di 24 ettari vitati, di cui metà a Vernaccia, tutta certificata bio. Qui tre casolari, ognuno con la sua cantina, ospitano visitatori da tutto il mondo. Poderi Arcangelo è ospitalità rurale, azienda a conduzione familiare (la famiglia di origini contadine è arrivata qui dalle Marche due generazioni fa), e naturalmente produce Vernaccia di San Gimignano DOCG in diverse linee, tra cui una Riserva affinata nell’anfora.
Cappellasantandrea
Francesco e Flavia, insieme ai loro bambini (e a uno stuolo di cani) vivono nella tenuta acquistata dalla famiglia di Flavia nel 57, e conta oggi 8 ettari vitati, di cui la metà a Vernaccia. La visita è partita dai suoli, ricchissimi di minerali (abbiamo ammirato una piccola collazione di fossili) e Francesco ci ha raccontato la loro filosofia di coltivazione e vinificazione, basata sui principi dell’agricoltura biologica e biodinamica, con rese basse e fermentazioni spontanee. Producono 3 linee di Vernaccia, di cui una particolare Riserva che fa una macerazione di 3 settimane in terracotta, e abbiamo trovato particolarmente “gastronomica”.
Come è andata? Parola agli enotecari
“Un vitigno a tutti gli effetti eclettico, in grado di dare un vino anche di pronta beva pur mantenendo una certa struttura e sapidità. Riesce ad accettare il legno dando delle ottime espressioni, interessanti anche le lavorazioni in anfora. Punto di forza la versatilità nella tavola, perchè permette davvero una grandissima varietà di abbinamenti: piatti a base di verdure, con lo zafferano tipico di San Gimignano, ma anche e soprattutto con le carni bianche”
Filippo Carraretto, Enoteca La Mia Cantina, Padova – vincitore del Concorso Miglior Enotecario d’Italia 2022 – bottiglierie
“Abbiamo compreso quanto sia lunga la storia del vitigno in questo territorio, quanto radicata la tradizione e quanto i produttori siano legati a questa varietà.”
Lorenzo Longhi, Cantine Isola, Milano – finalista al Concorso Miglior Enotecario d’Italia 2024
“Spero che i produttori terranno fede a una vinificazione 100% Vernaccia (anche se sono ammesse altre uve) perchè secondo me dà un’identità maggiore. Pazzesca questa poca acidità, equilibrata dalla salinità e dal modo sempre diverso dei produttori di interpretare il vitigno. I risultati sono tutti tendenzialmente piacevoli, anche se la direzione per cui filosofeggiamo noi è quella di andare verso purezza, eleganza e sapidità.”
Luca Sarais, Cantine Isola, Milano – vincitore del Concorso Miglior Enotecario d’Italia 2022 – mescita
“Un bel gruppo, una bellissima accoglienza da parte del Consorzio, tanta tanta formazione: la mia prima esperienza con uno stage della Vinarius Academy è sicuramente da rivivere.”
Loredana Santagati, Mistercoffee, Misterbianco CA – vincitrice del Concorso Miglior Enotecario d’Italia 2023 – bottiglierie
Puoi vedere le interviste complete agli enotecari in questo video .
La Vinarius Academy
La possibilità di partecipare agli stage e agli eventi della Vinarius Academy, come lo Stage San Gimignano 2024, è riservata alle enoteche associate a Vinarius.
A questo link sono disponibili le informazioni su come associarsi. Per ulteriori richieste scrivici a info@vinarius.it.
Qui puoi leggere i reportage degli stage che si sono svolti finora nel programma Vinarius Academy 2024:
Le foto e testi di questo reportage sono a cura di Silvia Benedet – silviabes
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